1887

OECD Multilingual Summaries

Education at a Glance 2016

OECD Indicators

Summary in Italian

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Uno sguardo sull’istruzione 2016

Indicatori dell’OCSE

Sintesi in italiano

I Paesi stanno trovando altri canali, oltre la spesa pubblica, per finanziare l’istruzione superiore

Il totale dalla spesa pubblica e privata per le istituzioni del sistema d’istruzione dall’istruzione primaria a quella terziaria nei Paesi dell’OCSE è pari in media al 5,2% del loro PIL. Circa un terzo della spesa complessiva è dedicato all’istruzione terziaria, ciclo d’istruzione in cui la spesa per studente è più elevata. Nell’istruzione terziaria, il maggiore costo del personale docente e la preponderanza delle attività di ricerca e sviluppo contribuiscono ai costi elevati.

Per allentare la pressione che grava su bilanci pubblici già limitati, un numero maggiore di Paesi sta trasferendo i costi dell’istruzione terziaria dalla spesa pubblica alle singole famiglie. In media, il 30% della spesa destinata alle istituzioni dell’istruzione terziaria proviene da fonti private – una quota ben più importante rispetto a quanto riscontrato nei livelli d’istruzione inferiori; e i due terzi di tale finanziamento provengono dalle famiglie, spesso sotto forma di tasse d’iscrizione.

Consapevoli del fatto che tasse elevate d’iscrizione potrebbero impedire agli studenti idonei di iscriversi al ciclo d’istruzione terziaria, molti Governi prevedono una differenziazione nelle tasse d’iscrizione. Per esempio, le tasse potrebbero essere più alte per gli studenti che frequentano istituzioni private o per gli studenti stranieri, o più basse per gli studenti iscritti a programmi dell’istruzione terziaria a ciclo breve. Per sostenere gli studenti, molti Paesi offrono altresì borse di studio, sovvenzioni e prestiti pubblici o garantiti dallo Stato, spesso con condizioni vantaggiose, per aiutare gli studenti ad affrontare i costi diretti e indiretti dell’istruzione. Nell’ultimo decennio, nella maggior parte dei Paesi si è riscontrato un aumento del numero di studenti del ciclo d’istruzione terziaria che sottoscrivono prestiti pubblici o garantiti dallo Stato e che terminano gli studi con un diploma e un debito.

Gli squilibri di genere persistono nell’istruzione e non solo

L’inversione del divario di genere nell’istruzione terziaria – le donne titolari di un diploma dell’istruzione terziaria sono oggi più numerose rispetto agli uomini– è stata ben documentata negli ultimi anni. Tuttavia, le donne continuano ad avere meno probabilità di conseguire un diploma nei livelli superiori dell’istruzione terziaria quali i programmi di dottorato o equivalenti.

Il divario di genere nell’istruzione si riflette anche nel campo di studio scelto dagli studenti. Le donne restano sottorappresentate in alcune discipline, come le scienze e l’ingegneria, e sono sovrarappresentate in altri, come l’insegnamento e la sanità. Nel 2014, in media, rispetto alle donne, il triplo di uomini si è laureato in ingegneria e rispetto agli uomini, il quadruplo di donne ha conseguito una laurea nel campo dell’insegnamento.

Gli squilibri di genere riscontrati nelle diverse discipline si riflettono nel mercato del lavoro – e in ultima analisi nelle retribuzioni. In media, i laureati nel campo dell’ingegneria guadagnano, per esempio, circa il 10% in più rispetto agli altri adulti con un livello d’istruzione terziaria, mentre i laureati con una formazione d’insegnante o con un diploma in scienze dell’educazione guadagnano circa il 15% in meno.

Anche nella stessa carriera d’insegnante esiste un divario di genere. La percentuale di donne che insegnano diminuisce – ma gli stipendi degli insegnanti tendono ad aumentare –a ogni successivo livello d’insegnamento dispensato. Le donne hanno meno probabilità di diventare dirigenti scolastici, sebbene questi ultimi siano spesso reclutati nel corpo docente.

Gli immigrati hanno meno probabilità di frequentare tutti i cicli dell’istruzione.

I sistemi d’istruzione svolgono un ruolo importante nell’integrazione degli immigrati nelle loro nuove comunità – e nel mercato del lavoro del Paese di accoglienza. Per esempio, gli studenti immigrati che hanno dichiarato di aver frequentato la scuola dell’infanzia ottengono 49 punti in più al test di lettura del Programma di valutazione degli studenti internazionali (PISA) rispetto agli studenti immigrati che hanno riportato di non averla frequentata. Questa differenza equivale a circa un anno d’istruzione. Tuttavia, nella maggior parte dei Paesi, la partecipazione degli studenti immigrati a programmi della scuola dell’infanzia è notevolmente inferiore rispetto agli studenti che non provengono da un contesto d’immigrazione.

In molti Paesi, gli immigrati hanno un livello d’istruzione inferiore rispetto ai coetanei nativi. Per esempio, la quota di adulti che non ha completato la scuola secondaria superiore è maggiore tra gli studenti che provengono da un contesto d’immigrazione. In media, il 37% dei 25‑44enni provenienti da un contesto d’immigrazione – ma solo il 27% dei 25‑44enni nativi – i cui genitori non hanno completato la scuola secondaria superiore, non ha completato il ciclo d’istruzione secondario superiore. I dati mostrano altresì che gli studenti nativi hanno più probabilità di completare una laurea di primo livello o programmi equivalenti dell’istruzione terziaria rispetto agli studenti che provengono da un contesto d’immigrazione.

Altri risultati

Le iscrizioni alla scuola dell’infanzia sono aumentate: tra il 2005 e il 2014, il tasso d’iscrizione dei bambini di tre anni alla scuola dell’infanzia è aumentato dal 54% al 69% e il tasso d’iscrizione dei bambini di 4 anni è aumentato dal 73% all’85%, in media, nei Paesi con dati disponibili per entrambi gli anni.

Nei Paesi dell’OCSE, il tasso di disoccupazione è inferiore (9,2%) per chi ha raggiunto un livello d’istruzione della scuola secondaria superiore a indirizzo professionale come livello massimo d’istruzione rispetto alle persone che hanno raggiunto un livello d’istruzione della scuola secondaria superiore a indirizzo generale come livello massimo d’istruzione (10,0%).

Tra il 2005 e il 2014, il tasso d’iscrizione dei 20‑24enni nell’istruzione terziaria è aumentato dal 29% al 33%, in media nei Paesi dell’OCSE. Dato che una media del 36% degli attuali giovani adulti nei Paesi dell’OCSE dovrebbe conseguire una laurea almeno una volta prima di aver compiuto l’età di 30 anni, è probabile che il numero di studenti che conseguono un diploma dell’istruzione terziaria continui ad aumentare.

Spesso gli studenti prendono più tempo per completare un programma di studi dell’istruzione terziaria rispetto alla durata teorica prevista. In media nei Paesi dell’OCSE con dati individuali degli studenti disponibili, il 41% degli studenti a tempo pieno ammessi a un corso di laurea di primo livello o in un programma equivalente ottiene la laurea di primo livello entro la durata teorica prevista dal programma, mentre il 69% consegue la laurea con tre anni aggiuntivi rispetto alla durata teorica.

Il corpo docente sta invecchiando poiché la professione non riesce ad attirare i giovani adulti. Tra il 2005 e il 2014, la quota degli insegnanti cinquantenni o ultracinquantenni nell’istruzione secondaria è cresciuta in 16 dei 24 Paesi dell’OCSE con dati disponibili. In Italia e in Portogallo, meno del 3% degli insegnanti della scuola primaria ha meno di 30 anni.

I dirigenti scolastici influiscono in modo cruciale sull’ambiente dell’istituto scolastico e sulle condizioni di lavoro degli insegnanti. In media nei Paesi dell’OCSE con dati disponibili, oltre il 60% dei dirigenti scolastici dichiara di essere intervenuto frequentemente per sostenere la cooperazione tra insegnanti allo scopo di sviluppare nuove pratiche d’insegnamento, per assicurare che gli insegnanti si assumano la responsabilità di migliorare le loro competenze didattiche, e per aiutarli a sentirsi responsabili dei risultati di apprendimento dei loro studenti.

Nonostante la recessione economica del 2008, la spesa per studente a tutti i livelli del sistema d’istruzione è continuata ad aumentare, in media, nei Paesi dell’OCSE. Tra il 2008 e il 2013, la spesa reale per studente è aumentata dell’8% dalla scuola primaria all’istruzione post secondaria non terziaria e del 6% nell’istruzione terziaria. Tuttavia, la crisi finanziaria ha avuto un impatto diretto sugli stipendi degli insegnanti: in media, nei Paesi dell’OCSE, tra il 2009 e il 2013, gli stipendi sono stati congelati o diminuiti, per poi iniziare ad aumentare.

© OECD

Traduzione a cura della Sezione linguistica italiana.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

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© OECD (2016), Education at a Glance 2016: OECD Indicators, OECD Publishing.
doi: 10.1787/eag-2016-en

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