1887

OECD Multilingual Summaries

Measuring the Digital Transformation

A Roadmap for the Future

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/9789264311992-en

Misurare la trasformazione digitale

Una tabella di marcia per il futuro

Sintesi in italiano

Il rapporto “Misurare la trasformazione digitale: una tabella di marcia per il futuro” offre nuovi approfondimenti sullo stato dell’arte della trasformazione digitale, mappando gli indicatori in una serie di settori – dall’istruzione e innovazione ai risultati nel campo commerciale, economico e sociale – rispetto alle attuali questioni di politica digitale, così come presentate nel rapporto dell’OCSE: “Going digital: Shaping policies, Improving Lives”. In questo modo, individua anche le carenze di misurazione e stabilisce una tabella di marcia per la misurazione proiettata al prossimo futuro.

Le tecnologie digitali possono democratizzare l’innovazione, ma rimane ancora un ampio margine per aumentarne la diffusione

La mobilità, il cloud computing, l’Internet degli oggetti (IoT), l’intelligenza artificiale (AI) e l’analisi dei big data sono tra i più importanti motori di crescita della trasformazione digitale. Nel periodo 2013‑16, cinque economie: la Repubblica popolare cinese, il Taipei cinese, il Giappone, la Corea e gli Stati Uniti – hanno sviluppato tra il 70% e il 100% delle 25 principali tecnologie di avanguardia. La diminuzione dei costi di archiviazione e dell’elaborazione dei dati ha facilitato la raccolta di grandi quantità di dati e l’adozione delle analisi dei Big Data, che oggi sono realizzate dal 12% di tutte le imprese e da un terzo delle grandi imprese. I centri di dati stanno diventando una infrastruttura essenziale e il cloud computing, che fornisce agli utenti un accesso su richiesta alle ICT di cui necessitano in qualsiasi momento (piuttosto che acquistarle e pagarle completamente) – consente alle imprese, ed in particolare a quelle più piccole, nuove, condizionate dai prestiti, di ridurre il costo della sperimentazione delle nuove tecnologie, facendo progredire e adattando l’utilizzo della tecnologia al ciclo di sviluppo dell’impresa. Quasi il 26% delle piccole imprese nell’area dell’OCSE ha dichiarato di avere acquisito dei servizi di cloud computing nel 2018.

Le persone collegate non sono mai state così numerose, ma altri divari potrebbero sorgere

Nei Paesi dell’OCSE, la quota di persone che utilizza Internet è cresciuta di 30 punti percentuali negli ultimi dieci anni e in Grecia, nel Messico e in Turchia è più che raddoppiata. Oggi, più della metà della popolazione in Brasile, Repubblica popolare cinese e Sudafrica utilizza Internet, riducendo il divario con i Paesi dell’OCSE. Nel 2018, più di tre quarti della popolazione dell’area OCSE ha fatto un uso quotidiano di Internet. Tuttavia, anche nelle economie in cui si è verificato un utilizzo quasi universale della rete, esiste un divario in termini di complessità di tale uso; infatti molte persone eseguono online attività relativamente semplici e limitate. Solo in alcuni Paesi nordici la quota di utenti Internet, che esegue l’intero spettro delle attività, raggiunge percentuali tra il 45 e il 60%. Nell’utilizzo di Internet si riscontrano anche differenze generazionali. Nella maggioranza dei Paesi dell’OCSE, quasi tutti i giovani di età compresa tra 16 e 24 anni utilizzano Internet ogni giorno – nel 2018 il valore medio è stato del 96% – mentre per i 55‑74enni la media si è attestata al 55%, con differenze molto ampie (circa 50 punti percentuali) tra i Paesi in testa alla classifica e i Paesi rimasti indietro.

Dal momento che le generazioni più giovani adottano uno stile di vita “sempre‑ online”, sarebbe opportuno prestare attenzione agli impatti sul benessere

Nell’area dell’OCSE, il 17% degli studenti ha effettuato il primo accesso ad Internet a 6 anni o prima. Nel 2015, il 43% dei quindicenni ha trascorso tra due e sei ore al giorno online, fuori orario scolastico, facendo registrare un aumento significativo rispetto alla percentuale del 30%, rilevata nel 2012. In Europa, in media, nel 2016, una persona dedicava più di tre ore al giorno all’uso di Internet, mentre i giovani di età compresa tra 14 e 24 anni vi trascorrevano in media 1,5 ore in più al giorno. Tra i Paesi dell’OCSE, il 90% degli studenti apprezza l’utilizzazione degli apparati digitali ed il 61%, nel 2015, ha dichiarato di avere dimenticato per quanto tempo li ha utilizzati ed il 55% di stare male quando il collegamento Internet non è disponibile. Quest’ultimo indicatore ha raggiunto l’80% in Francia, Grecia, Portogallo e Svezia. I più giovani sono anche più propensi a fornire informazioni personali su Internet rispetto alle persone meno giovani

Tutte le imprese e tutti i mercati subiscono gli effetti della trasformazione digitale, nonostante il ritmo del cambiamento non sia lo stesso per tutti

Il campo di applicazione e la velocità della trasformazione digitale varia secondo i Paesi, i settori, le organizzazioni e i luoghi. Sebbene oggi quasi tutte le imprese siano gestite con le tecnologie digitali, spesso le imprese non sfruttano pienamente il loro potenziale. Mentre, nel mondo imprenditoriale, l’accesso alla banda larga ha quasi raggiunto un livello di saturazione, nell’area OCSE, nel 2018, solo il 20% delle imprese, in media, ha usufruito della banda larga ad alta velocità (100 Mbps od oltre). Una nuova tassonomia dell’OCSE mostra che i settori ad alta intensità digitale sono spesso più dinamici e progrediscono più velocemente rispetto ad altri settori dell’economia, ma anche che nel tempo hanno conosciuto rallentamenti più significativi, in termini di dinamismo imprenditoriale ,e maggiori concentrazioni del mercato. Le imprese che operano nel settore ad alta intensità digitale beneficiano di un ricarico sul costo del prodotto più alto del 55%, in media, rispetto a quello di altre imprese e il divario continua ad aumentare.

Le imprese dei settori ad alta intensità digitale stanno creando posti di lavoro e puntano i proiettori sulle competenze

Una nuova tassonomia dell’OCSE mostra che, nell’area, i settori ad alta intensità digitale hanno creato circa il 40% dei 38 milioni di nuovi posti di lavoro tra il 2006 e il 2016. I posti di lavoro hanno caratteristiche diverse in termini di intensità delle mansioni ICT ‑‑ la frequenza con la quale le mansioni ICT sono realizzate – che varia tra circa il 40% nella Federazione Russa e in Turchia fino a circa il 60% nei Paesi scandinavi. Mentre nelle industrie dell’informazione tra il 25% e il 50% circa dei dipendenti sono specialisti di ICT, altre industrie occupano in media circa quattro persone, con mansioni ad alta intensità ICT, per ogni specialista di ICT. Per dieci posti di lavoro aggiuntivi creati in Europa, tra il 2011 e il 2017, quattro posti di lavoro riguardavano attività con mansioni ad alta intensità di ICT. Nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE, le donne, in media rispetto agli uomini, tendono a lavorare in posti di lavoro che hanno un più alto livello di mansioni ICT. Ciò nonostante, nel 2017, la maggior parte dei programmatori informatici di età compresa tra 16 e 24 anni era di sesso maschile.

E’ richiesta un’ampia gamma di competenze e la formazione professionale è fondamentale

La gestione della trasformazione digitale esige una gamma completa di solide competenze cognitive (calcolo matematico e lettura e scrittura), associate a competenze di problem‑solving, nonché competenze non cognitive e sociali (per esempio, comunicazione e creatività). Tuttavia, nell’area dell’OCSE, il 13% della popolazione di età compresa tra 16 e 65 anni non ha competenze cognitive di base e meno del 30% della popolazione ha un bagaglio completo di competenze cognitive che comprende alti livelli di alfabetizzazione, capacità di calcolo e problem‑solving. I più giovani ottengono risultati migliori ed, in ambienti a forte componente tecnologica, la quota dei giovani lavoratori con buone competenze di problem‑solving è cinque volte superiore rispetto a quella dei lavoratori più anziani. La formazione e il miglioramento delle competenze professionali sono fondamentali per superare con successo la sfida della trasformazione digitale. Nel 2018, il 40% dei lavoratori nell’Unione europea ha dovuto imparare ad utilizzare nuovi software o strumenti ICT e circa il 10% ha avuto bisogno di una formazione specifica, per essere in grado di gestire questi cambiamenti. I lavoratori poco qualificati necessitano più degli altri di formazione professionale ,per adattarsi alla digitalizzazione del posto di lavoro, ma in media solo il 40% riceve una formazione, rispetto a quasi il 75% dei lavoratori con competenze di alto livello. Oggi i Governi dell’OCSE spendono lo 0,13% del PIL per la formazione delle persone disoccupate e per i lavoratori a rischio di perderlo; tuttavia, la trasformazione digitale potrebbe richiedere un aumento significativo di tale spesa.

Dal momento che gli attuali sistemi di misura e strumenti di misurazione hanno difficoltà per tenere il passo, è imperativo agire subito

La comunità statistica internazionale ha compiuto progressi e altri sono in dirittura di arrivo; tuttavia occorre fare di più per rafforzare la base fattuale necessaria per monitorare e definire le politiche di trasformazione digitale. L’attività di misurazione svolta nel progetto Going Digital dell’OCSE ha portato a un insieme di nove proposte di azioni che, una volta ritenute prioritarie ed implementate, farebbero progredire notevolmente la capacità dei Paesi di monitorare la trasformazione digitale e i suoi impatti.

Le prime quattro azioni più importanti sono intese a costruire la prossima generazione di dati e di indicatori, capaci di affrontare le sfide della trasformazione digitale:

  • • Rendere la trasformazione digitale visibile nelle statistiche economiche.
  • • Comprendere gli effetti economici della trasformazione digitale.
  • • Misurare il benessere nell’era digitale.
  • • Elaborare nuovi approcci per la raccolta di dati.

Cinque ulteriori azioni sono volte ad aree specifiche in cui è richiesta attenzione:

  • • Monitorare le tecnologie ”del cambiamento” (in particolare, l’Internet degli oggetti, l’Intelligenza Artificiale e la tecnologia blockchain).
  • • Comprendere i dati e i flussi di dati.
  • • Definire e misurare le competenze necessarie nell’era digitale.
  • • Misurare la fiducia negli ambienti online.
  • • Valutare i punti di forza digitali delle amministrazioni pubbliche.

Continuando a costruire una base fattuale, i Paesi possono preparare il terreno per politiche più robuste, volte a promuovere la crescita e il benessere nell’era digitale. L’azione attuale darà i suoi frutti in futuro.

© OECD

Questa sintesi non è una traduzione ufficiale dell’OCSE.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

OECD

Il testo integrale in lingua inglese è disponibile online sul sito OECD iLibrary!

© OECD (2019), Measuring the Digital Transformation: A Roadmap for the Future, OECD Publishing.
doi: 10.1787/9789264311992-en

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