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OECD Multilingual Summaries

Economic Outlook for Southeast Asia, China and India 2016

Enhancing Regional Ties

Summary in Italian

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Prospettive economiche Sud‑Est asiatico, Cina e India 2016

Rafforzare le relazioni regionali

Sintesi in italiano

L'edizione 2016 delle Prospettive economiche Sud‑Est asiatico, Cina e India comprende tre principali aree tematiche: il capitolo 1 verte sulle prospettive economiche regionali fino al 2020; dal capitolo 2 al capitolo 5 si esaminano le prospettive e le sfide in materia di integrazione regionale; il capitolo 6 presenta schede paese che analizzano in dettaglio le prospettive in tema di politica strutturale nella regione.

Prospettive economiche dal 2015 al 2020

La crescita reale del prodotto interno lordo (PIL) nell'Asia emergente (i 10 Paesi dell'ASEAN più la Cina e l'India) dovrebbe attestarsi al 6,5% nel 2015, per poi calare al 6,2% sul medio termine (2016‑2020). La crescita complessiva sarà trainata soprattutto dai consumi privati, mentre le esportazioni contribuiranno in misura minore rispetto al passato.

Il ritmo di crescita varierà da paese a paese. Se in Cina si registrerà probabilmente un rallentamento della crescita fino ad attestarsi ad una media annua del 6% su un orizzonte di medio termine, la crescita annua sarà pari al 7,3% per l'India, uno dei livelli più elevati della regione.

Nei dieci Paesi dell'ASEAN, la crescita annua non dovrebbe registrare variazioni nel 2015, attestandosi a una media annua del 4,6%, per poi passare al 5,2% sul medio termine. Tra i 5 grandi Paesi dell'ASEAN, le Filippine e il Vietnam faranno registrare le performance migliori, trainati dal miglioramento dei fondamentali macroeconomici e dai piani infrastrutturali. Cambogia, Repubblica Popolare democratica del LAOS ‑ LAO PDR e Myanmar (i cosiddetti Paesi CLM) sembrano destinati a far registrare i migliori risultati, con una crescita annua attestata tra il 7,3% e l'8,3% nel medio termine. La crescita di Cambogia e Repubblica Popolare democratica del LAOS ‑ LAO PDR sarà trainata da una ripresa nel settore agricolo e da una espansione nel campo del turismo e della produzione industriale, mentre il Myanmar beneficerà di un aumento degli investimenti e di riforme economiche.

Rischi per la crescita

Il principale rischio per la crescita è rappresentato dal rallentamento economico cinese, che fa pesare sui Paesi della regione la minaccia di uno shock da domanda, anche se l'impatto potrebbe variare ampiamente da un paese all'altro. Un rallentamento delle esportazioni verso la Cina rischia di penalizzare in misura maggiore Malaysia, Singapore e Thailandia. Il calo degli investimenti provenienti dalla Cina potrebbe parimenti pesare su Malaysia e Thailandia. Quest'ultimo paese potrebbe anche essere colpito da un calo dell'afflusso turistico proveniente dalla Cina.

Tra gli altri rischi potenziali vanno annoverati l'aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, che potrebbe esercitare pressioni sui tassi a breve nella regione. Ciò potrebbe essere fonte di preoccupazione in alcuni casi ma il relativo impatto sarà probabilmente neutralizzato. Un altro rischio sarà rappresentato dal rallentamento del tasso di crescita della produttività in gran parte dell'Asia emergente, manifestatosi dopo lo scoppio della crisi finanziaria mondiale. Si tratta di un andamento, quest'ultimo, che deve essere invertito.

Integrazione regionale: prospettive e sfide

Nei Paesi dell'Asia emergente si sono registrati progressi in materia di integrazione regionale sin dagli anni Ottanta grazie alla spinta fornita dai Paesi del Sud‑Est asiatico. Va notato l'emergere di alcuni quadri di riferimento per l'integrazione regionale, come le iniziative ASEAN+3 (Paesi dell’ASEAN più Cina, Giappone e Corea) e ASEAN+6 (ASEAN+3 più India, Australia e Nuova Zelanda). La creazione di una comunità economica dei Paesi ASEAN entro la fine del 2015 rappresenta in particolar modo un importante traguardo.

I progressi realizzati e le restanti sfide in tema di accelerazione dell'integrazione regionale variano in funzione del campo preso in considerazione: scambi di beni e servizi; liberalizzazione degli investimenti e del mercato dei capitali; concorrenza e tutela dei consumatori; proprietà intellettuale; infrastrutture e connettività; piccole e medie imprese; agroalimentare e silvicoltura; turismo; sviluppo umano e sociale; Iniziativa per l'Integrazione ASEAN (IAI).

Il rafforzamento delle relazioni regionali è una delle migliori risposte strategiche che si possa adottare di fronte al mutare del contesto mondiale. Gli sforzi prodigati attualmente, però, nonostante i progressi realizzati, non sono ancora sufficienti per raggiungere gli obiettivi in materia di integrazione. I Paesi della regione devono compiere ulteriori sforzi e adottare misure concrete per arrivare al traguardo di un mercato economico unico entro il 2015 e dopo tale data. Le misure da adottare comprendono:

  • Migliore coordinamento: È necessario fare un uso più efficace delle istituzioni e dei quadri di riferimento regionali esistenti. Bisogna compiere maggiori sforzi di coordinamento tra iniziative regionali e programmi nazionali per evitare duplicazioni e assicurarsi che tutti gli attori si muovano nella stessa direzione;
  • Affrontare le disparità regionali: Alcuni Paesi, in particolare Cambogia, Repubblica Popolare democratica del LAOS ‑ LAO PDR, Myanmar e Vietnam, affrontano sfide particolari in materia di sviluppo. I diversi livelli di sviluppo dei Paesi della regione comportano ostacoli all'adozione di obiettivi e strategie uniformi. In un contesto in cui i Paesi dell’ASEAN lavorano alla formulazione del prossimo piano per l’Iniziativa per l'Integrazione ASEAN (IAI), si offre ad essi la grande opportunità di ripensare le modalità per facilitare l'integrazione dei Paesi meno sviluppati della regione.
  • Maggiore cooperazione con i Paesi non membri dell’ASEAN: La cooperazione con i Paesi partner che non appartengono all’ASEAN, in particolar modo quelli appartenenti ai quadri di riferimento dell’ASEAN–3 e ASEAN–6, si è già dimostrata utile, soprattutto in campi quali la stabilità finanziaria, la promozione del commercio e degli investimenti, la gestione ambientale e la gestione del rischio di calamità.
  • Migliore monitoraggio: Gli indicatori in materia di integrazione sono ancora relativamente carenti nella regione. Vi è quindi un assoluto bisogno di introdurre indicatori affidabili prima di passare alla fase di monitoraggio, valutazione, analisi e condivisione delle conoscenze.
  • Maggiore attenzione alle questioni ambientali: Gli enormi progressi economici compiuti dai Paesi della regione hanno avuto costi elevati in campo ambientale. La regione deve quindi fare maggiore uso delle sue vaste risorse di energia rinnovabile e migliorare la cooperazione regionale.
  • Affrontare la questione dello sviluppo del settore privato: Se i flussi di Investimenti Diretti Esteri (IDE) sono in aumento, gli investimenti in nuovi settori (greenfield) sono in calo, soprattutto nel settore manifatturiero. Le fusioni e acquisizioni offrono un notevole potenziale per l'espansione dei mercati ma rimangono concentrate in un numero limitato di settori. È necessario introdurre misure politiche destinate a superare una visione nazionale troppo ristretta che impedisce alle aziende locali, soprattutto alle piccole e medie imprese (PMI), di sfruttare appieno il loro potenziale di "imprese ASEAN".

Prospettive in tema di politica strutturale

Le priorità di politica strutturale dei Paesi della regione variano da un paese all'altro, ma molte di esse sono chiaramente focalizzate sull’esigenza di uno sviluppo più inclusivo e sostenibile, che riconosca la necessità di una crescita di buon livello e di una migliore qualità di vita. Per molti Paesi della regione, due altre priorità sono rappresentate da un miglioramento della competitività e dalla riduzione dell'impatto dell'attività economica sull'ambiente.

Sarà necessario adottare misure in campi quali lo sviluppo rurale, i programmi sociali, la promozione dell'investimento e la fiscalità. L'istruzione e le infrastrutture sono altresì aree di preoccupazione comune: i Paesi meno sviluppati si pongono l'obiettivo di porre le basi essenziali per la crescita e di appianare gli ostacoli problematici, mentre le economie a più alto reddito vogliono creare i presupposti per uno sviluppo futuro maggiormente basato sulla conoscenza

© OECD

Traduzione a cura della Sezione linguistica italiana.

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© OECD (2015), Economic Outlook for Southeast Asia, China and India 2016: Enhancing Regional Ties, OECD Publishing.
doi: 10.1787/saeo-2016-en

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