1887

OECD Multilingual Summaries

Agricultural Policy Monitoring and Evaluation 2013. OECD Countries and Emerging Economies

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/agr_pol-2013-en

Monitoraggio e valutazione delle politiche agricole 2013: Paesi dell’OCSE ed Economie emergenti

Sintesi in italiano

Presentazione del rapporto Il rapporto dell’OCSE Agricultural Policy Monitoring and Evaluation esamina la situazione delle politiche agricole di 47 Paesi che rappresentano quasi l’80% del valore aggiunto delle attività agricole mondiali ma che hanno caratteristiche diverse in termini di sviluppo dei loro settori agricoli, delle loro opzioni d’intervento pubblico e di sostegno agli agricoltori. I suddetti Paesi comprendono i membri dell’area dell’OCSE, dell’Unione Europea e diverse Economie emergenti che svolgono un ruolo di primo piano nei mercati alimentari e agricoli: Brasile, Cina, Indonesia, Kazakhstan, Russia, Sud Africa e Ucraina.

Il sostegno ai produttori è aumentato nel 2012, contrastando con il trend di lungo termine: In media nei 47 Paesi, circa un sesto delle entrate lorde del settore agricolo proviene dalle misure pubbliche a sostegno degli agricoltori. Nel 2012, il Producer Support Estimate (stima del sostegno al produttore), un indicatore dei trasferimenti monetari ai produttori del settore agricolo è aumentato fino a raggiungere il 17% delle entrate lorde agricole rispetto al 15% nel 2011. Tuttavia, nel lungo termine, il sostegno all’agricoltura sta diminuendo: nel periodo 1995‑1997 si registrava un livello medio del 21%, mentre nel periodo 2010‑2012 la media percentuale del sostegno è stata del 16%. Negli ultimi anni, i cambiamenti del sostegno agricolo sono stati più spesso determinati dagli sviluppi nei mercati internazionali che da espliciti cambiamenti delle politiche.

Si riscontrano notevoli variazioni nei livelli di sostegno: Il sostegno all’agricoltura per l’insieme del Nord America è diminuito dal 12% al 9% durante gli ultimi 15 anni. In Europa (Turchia e Israele compresi) è diminuito dal 34% al 20%. Il trend è meno chiaro in Kazakhstan, Russia, Ucraina, dove si registrava un livello medio di sostegno dell’11% nel 1995‑1997 e del 12% nel 2010‑2012, con un’ampia variabilità nel periodo d’intervento delle misure di sostegno. Il livello di sostegno in Asia registra altresì ampie variazioni, mentre negli ultimi 15 anni, la media percentuale è rimasta sostanzialmente la stessa – un totale del 22% nel 1995‑1997 e del 20% nel 2010‑2012. In Corea e in Giappone, il livello del sostegno è alto, sebbene diminuisca lentamente; in Cina e in Indonesia, si registra altresì un basso livello di sostegno, segnato da un trend in aumento. Infine, i Paesi dell’emisfero Sud (Australia, Brasile, Nuova Zelanda e Sud Africa) sono caratterizzati da livelli di sostegno bassi e stabili, attestandosi a una media del 4% nel 2010‑2012.

Il sostegno sta diminuendo nei Paesi dell’OCSE: Con una media del 19% nel 2010‑2012, oggi il sostegno all’agricoltura nei Paesi dell’OCSE si è quasi dimezzato rispetto al livello registrato a metà degli anni Ottanta. Si è ugualmente riscontrata una gradita diminuzione nelle forme di sostegno che avrebbero potuto distorcere la produzione e gli scambi commerciali. Negli anni 2010‑2012, tali misure di sostegno hanno rappresentato l’11% delle entrate lorde del settore dell’agricoltura, ossia un terzo dei livelli registrati a metà degli anni Ottanta.

In alcune economie, il ritmo di attuazione delle misure di riduzione dei sostegni all’agricoltura è lento: In diverse economie, gli alti livelli di sostegno stanno diminuendo ma con ritmi lenti, mentre in altre il sostegno tende ad aumentare, sebbene i livelli storici siano bassi. Tali sviluppi sono spesso collegati a obiettivi di auto‑sufficienza nel settore dei prodotti agricoli e alimentari. Per esempio, in Cina, Indonesia, Giappone, Norvegia, Russia e Turchia, la dipendenza dalla protezione delle importazioni, dal sostegno dei prezzi di mercato e da pagamenti collegati alla produzione è ancora alta.

Il sostegno nella zona UE è maggiormente disaccoppiato dalla produzione: Graduali riduzioni nel sostegno dei prezzi di mercato e dei pagamenti specifici per la produzione sono stati affiancate da un maggior numero di pagamenti disaccoppiati dalla produzione corrente con minori effetti di distorsione – nel corso degli ultimi vent’anni, questo cambiamento d’orientamento dei poteri pubblici si riscontra in maggior misura in Svizzera e nell’Unione Europea. Tuttavia, la maggior parte dei suddetti pagamenti non è stata collegata a obiettivi specifici e non risolve specifiche debolezze del mercato.

Basso livello di priorità delle politiche di sostegno per le preoccupazioni ambientali: La forte dipendenza dell’agricoltura dalle risorse naturali fa sì che la sostenibilità ambientale sia una sfida importante. Ciò nonostante, le preoccupazioni ambientali tendono a rimanere una priorità di secondo piano per l’azione pubblica. Tuttavia, alcuni Paesi hanno adottato strumenti di politica agricola di più ampio respiro che prevedono l’obbligo di rispettare alcune norme ambientali di base per gli agricoltori beneficiari dei pagamenti.

Principali conclusioni e raccomandazioni

Le politiche restrittive dovrebbero essere sostituite: I Paesi dovrebbero abbandonare le politiche pubbliche che frenano gli scambi commerciali e il funzionamento dei mercati e che possono contribuire all’isolamento dei produttori e dei consumatori domestici dai mercati mondiali. Dovrebbero invece dare più libertà agli agricoltori e ai consumatori nelle decisioni di produzione e di consumo e adottare politiche mirate a specifiche insufficienze dei mercati. Le misure sanitarie e fitosanitarie che, associate a misure tecniche, hanno un impatto sempre maggiore sul commercio agro‑alimentare, dovrebbero essere fondate su elementi di prove scientifiche e applicate in modo trasparente e prevedibile.

Puntare sull’auto‑sufficienza è costoso: La correlazione tra una maggiore auto‑sufficienza e una migliore sicurezza alimentare è debole. In particolare, nelle Economie meno sviluppate l’accesso all’alimentazione può essere migliorato riducendo la povertà e migliorando la sicurezza sociale, aumentando nello stesso tempo gli investimenti destinati a far crescere la produzione domestica, migliorando l’accesso al mercato delle importazioni (e delle esportazioni) e creando scorte alimentari di emergenza. Obiettivi di auto‑sufficienza ristretti spesso conducono i Paesi ad adottare livelli più alti di protezione delle frontiere e politiche di sostegno ai prezzi di mercato, e, di fatto, alla tassazione dei consumatori e all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, almeno nel breve termine. Le politiche in materia di produzione, come i pagamenti collegati alla produzione e i sussidi per i fattori di produzione, distorcono le decisioni del produttore e possono contribuire a deviare la spesa pubblica da usi più produttivi.

I pagamenti non dovrebbero proteggere eccessivamente gli agricoltori dai rischi: Gli agricoltori e i governi utilizzano diversi strumenti di gestione dei rischi per stabilizzare i redditi agricoli. Tuttavia, se è vero che tali strumenti possono contribuire a ridurre le fluttuazioni nei livelli di redditi agricoli domestici, essi possono altresì contribuire a esportare fattori d’instabilità sui mercati mondiali e non sono un mezzo efficiente per trasferire i redditi. I pagamenti destinati ad attenuare i rischi degli agricoltori in termini di reddito dovrebbero essere limitati al risarcimento degli agricoltori da disastri inevitabili, e non dovrebbero esimerli dalla gestione dei normali rischi economici e degli strumenti di gestione dei rischi basati sul mercato.

I pagamenti basati su livelli di riferimento passati possono presentare inconvenienti: I pagamenti meno collegati alle decisioni di produzione corrente trasferiscono potenzialmente il reddito in modo più efficiente e dovrebbero distorcere meno la produzione e gli scambi commerciali. Tuttavia, se tali pagamenti dovessero essere molto estesi, potrebbero influire in modo significativo sulle decisioni del produttore, contribuire a orientare le aspettative dei produttori e aumentare la loro ricchezza. Tali pagamenti tendono altresì a favorire le aziende agricole più grandi e sono spesso collegati a specifici obiettivi, come l’innalzamento dei bassi redditi agricoli e il miglioramento della sostenibilità ambientale. Altre opzioni di politiche pubbliche potrebbero altresì essere considerate, come la sicurezza sociale e le misure ambientali, il sostegno per i servizi generali all’agricoltura e le misure dell’azione pubblica mirate in modo esplicito al settore agricolo.

Gli investimenti pubblici nell’insieme del settore agricolo dovrebbero essere considerati con maggiore attenzione: Le politiche dell’innovazione sono fondamentali per migliorare la produttività agricola. Nel lungo termine, gli investimenti nella ricerca e sviluppo, il trasferimento di tecnologie, l’istruzione, e i servizi di divulgazione agricola e di consulenza hanno un ottimo impatto sociale. La spesa per altri servizi generali destinati al settore dell’agricoltura, quali la sicurezza degli alimenti e i sistemi di garanzia della qualità degli alimenti, e le infrastrutture rurali strategiche e di mercato, contribuisce altresì alla redditività, competitività e sostenibilità di lungo termine del settore.

© OECD

Traduzione a cura della Sezione linguistica italiana.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

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© OECD (2013), Agricultural Policy Monitoring and Evaluation 2013. OECD Countries and Emerging Economies, OECD Publishing.
doi: 10.1787/agr_pol-2013-en

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