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OECD Multilingual Summaries

OECD Regional Outlook 2014

Regions and Cities: Where Policies and People Meet

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/9789264201415-en

Prospettive regionali dell’OCSE 2014

Regioni e città: realtà geografiche ove confluiscono politiche pubbliche e popolazioni

Sintesi in italiano

Principali conclusioni

  • Negli ultimi decenni, le disparità interregionali nei redditi sono aumentate nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE; la crisi non ha certo contribuito a cambiare tale tendenza. Nei casi in cui si è rilevata una diminuzione delle disparità, generalmente, tale miglioramento è stato il riflesso della debolezza dei risultati registrati nelle regioni più ricche e non il risultato di una migliore crescita nelle regioni più povere. La crisi ha altresì accentuato le disparità nei tassi di disoccupazione delle diverse regioni.
  • Con l’insorgere della crisi economica, il cambiamento di orientamento delle politiche fiscali, da una strategia di stimolo a un approccio di consolidamento, ha condotto a tagli netti negli investimenti pubblici, che, nell’insieme dei Paesi dell’OCSE, sono diminuiti del 13% in termini reali nel periodo 2009‑12. Poiché circa il 72% degli investimenti pubblici è gestito dalle amministrazioni subnazionali, regioni e autorità locali fanno fronte a una sfida particolare. Sebbene i tagli degli investimenti siano stati utili per proteggere i servizi e trasferimenti esistenti, essi rischiano di compromettere la crescita e la fornitura di servizi in futuro.
  • Le pressioni fiscali figurano anche tra i fattori che hanno dato il via a un numero crescente di riforme della governance subnazionale. Queste riforme sono state in parte motivate dalla necessità di realizzare economie di scala e altri risparmi sui costi, ma sono state anche uno strumento per delegare ulteriori responsabilità.
  • La crisi ha messo in risalto i limiti delle valutazioni del progresso sociale basate esclusivamente su un’analisi economica, evidenziando l’opportunità di utilizzare un sistema più ampio di misurazione del benessere. Tuttavia, il benessere deve essere analizzato e gestito a livello regionale. Le disparità nelle misure non pecuniarie volte a favorire il benessere, sono spesso più accentuate tra regioni di uno stesso Paese rispetto a quelle rilevate tra diversi Paesi ma sono anche molto stabili nel tempo. I Paesi con le più ampie disparità nell’accesso all’istruzione, ai posti di lavoro e ai principali servizi, tendono anche a registrare i livelli complessivi di benessere inferiori.
  • La ricerca di opportunità di crescita si è concentrata sempre di più sulle città, quali più importanti e potenziali motori di crescita per la maggioranza delle economie dell’OCSE. Nel complesso, le metropoli sono più produttive e il vantaggio produttivo delle città è proporzionale alla loro dimensione. Le grandi città tendono a espandere i fattori di crescita nelle regioni limitrofe, entro un perimetro di 200‑300 kilometri. Le città più piccole, tuttavia, possono conseguire incrementi di produttività se strettamente collegate ad altre città, utilizzando il fattore connettività per ovviare alla dimensione geografica meno sviluppata.
  • I benefici della crescita e della produttività dell’urbanizzazione non sono automatici: il modo di amministrare le città influisce direttamente e in modo notevole sui risultati economici e sulla qualità della vita dei cittadini. Le azioni delle famiglie e delle imprese, così come i legami tra diverse priorità dell’azione pubblica, hanno generalmente più ampie ricadute positive o negative nelle città rispetto a località a densità di popolazione inferiore. Ciò implica una maggiore esigenza di coordinamento delle politiche pubbliche tra diversi settori, giurisdizioni e livelli di governo.
  • Tale coordinamento è spesso insufficiente: le politiche settoriali nazionali e subnazionali creano spesso incentivi contraddittori e non sono abbastanza coordinate tra i diversi livelli di amministrazione. La frammentazione orizzontale a livello comunale contribuisce ad aggravare il problema, specie nelle grandi aree metropolitane con politiche urbane frammentate. Lo studio dell’OCSE intitolato “OECD Metropolitan Governance Survey” evidenzia chiaramente i costi della governance frammentata e richiama l’attenzione sui benefici di un migliore coordinamento delle politiche su scala metropolitana – ossia, a livello delle città definite da modelli d’insediamento e di attività economiche piuttosto che da frontiere amministrative spesso superate.

Principali implicazioni per l’azione pubblica

  • L’accentuarsi delle disparità, il rallentamento della crescita e il margine di manovra limitato rispetto alle politiche fiscali e monetarie mettono in risalto la necessità di adottare approcci efficac, che tengano conto delle realtà locali. Primo, anche all’interno di un Paese, le barriere alla crescita differiscono notevolmente da una regione all’altra. Secondo, i poteri pubblici devono prestare maggiore attenzione ai compromessi che possono essere fatti tra diversi obiettivi e alle potenziali complementarietà tra questi ultimi, che possono essere utilizzate con un approccio integrato. Tali bilanciamenti e complementarietà spesso riflettono le condizioni specifiche di località particolari e sono spesso più visibili – e più semplici da gestire – per gli operatori regionali o locali.
  • Le realtà geografiche sono una dimensione rilevante dell’azione dei poteri pubblici: nel processo d’individuazione e d’incoraggiamento delle interazioni tra obiettivi economici, ambientali e sociali, i decisori devono guardare oltre i confini amministrativi per tenere conto della dimensione geografica reale delle difficoltà che intendono risolvere ‑‑ come, ad esempio quando occorre trattare problemi di trasporto pubblico per l’insieme di un’area metropolitana, piuttosto che affrontarli separatamente in ogni singolo comune. La scala appropriata d’intervento dipende dal tipo di sfida da affrontare: le platee scolastiche saranno diverse rispetto ai bacini d’utenza ospedaliera e le autorità dei trasporti potrebbero lavorare a livelli diversi rispetto alle autorità sanitarie. Tuttavia, il numero di livelli di amministrazione non può essere moltiplicato all’infinito, da qui discende la necessità di dati, strumenti e istituzioni capaci di facilitare il coordinamento verticale e orizzontale su diverse scale.
  • L’adattamento delle politiche alle località in cui sono attuate è particolarmente importante in tutte le dimensioni della frattura tra ambiente rurale e urbano. Poiché nell’area dell’OCSE circa il 78% dei residenti in ambiente rurale vive vicino a una città, non è giustificato considerare l’ambiente rurale e quello urbano come due sfere d’intervento distinte. Le politiche rurali e urbane devono essere integrate meglio se devono tenere conto della realtà geografica dei luoghi in cui sono applicate. I partenariati rurali‑urbani possono contribuire a realizzare uno sviluppo territoriale più integrato, massimizzando i vantaggi potenziali del mercato del lavoro, dell’ambiente e degli altri collegamenti tra comunità urbane e rurali.
  • Il giro di vite agli investimenti pubblici implica che le amministrazioni locali e regionali devono fare di più – e meglio –con meno risorse. Per questo motivo, in marzo 2014, il Consiglio dell’OCSE ha adottato la raccomandazione sugli investimenti pubblici efficaci in tutti i livelli di amministrazione. I principi introdotti dalla Raccomandazione aiuteranno i Governi a valutare i punti di forza e le debolezze della propria capacità d’investimento pubblico e a definire le priorità volte al miglioramento.
  • Le amministrazioni statali a livello nazionale e regionale potrebbero svolgere un ruolo importante nel favorire nuove soluzioni più efficaci di governance metropolitana. Gli ostacoli all’azione collettiva sono spesso notevoli. Supponiamo che tutti i comuni di una grande area urbana o regione si uniscano per raccogliere i vantaggi della cooperazione, forse nessuno di essi avrebbe le capacità e gli incentivi per assumere i costi della raccolta delle informazioni necessarie, della mobilitazione degli altri, ecc.
  • Una migliore governance delle aree metropolitane deve a sua volta essere rafforzata da un maggior grado di coerenza nelle politiche urbane attuate a livello nazionale. Tradizionalmente, le politiche urbane nazionali esplicite, laddove siano state attuate, tendono a essere poco ambiziose e a concentrarsi sui problemi da risolvere, tralasciando il potenziale da sviluppare. Molte altre priorità politiche che influiscono notevolmente sullo sviluppo urbano rischiano di non essere mai analizzate con una “lente urbana”. I Governi che desiderano città ben gestite devono sviluppare una visione molto più ampia della politica urbana. Essi dovranno perciò formulare strategie intersettoriali volte ad affrontare le sfide urbane in modo integrato.

© OECD

Traduzione a cura della Sezione linguistica italiana.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

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OECD

Il testo integrale in lingua inglese è disponibile online sul sito OECD iLibrary!

© OECD (2013), OECD Regional Outlook 2014: Regions and Cities: Where Policies and People Meet, OECD Publishing.
doi: 10.1787/9789264201415-en

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