2. Creare una resilienza dell’agricoltura

Le calamità, siano esse naturali o di natura antropica, hanno un impatto significativo su persone, comunità e Paesi. Al di là dei loro effetti immediati e a breve termine, le calamità possono anche far regredire sostanzialmente le economie e minare i guadagni per lo sviluppo nazionale che hanno richiesto decenni per essere costruiti. Inoltre, le calamità non rispettano confini, colpiscono sia i Paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo.

A livello globale, il numero di calamità legate ai rischi naturali, inclusi quelli geofisici, idrologici, meteorologici e biologici, come le epidemie di parassiti e le malattie che affliggono animali e vegetali, è aumentato costantemente dagli anni '70 in poi (CRED e UNDRR, 2016[1]; FAO, 2021[2]). Le calamità legate a rischi naturali in particolare sono aumentate significativamente, da 4.212 eventi durante il periodo 1980-1999 a 7.348 eventi tra il 2000 e il 2019 (CRED e UNDRR, 2020[3]).

Una tendenza crescente può essere osservata anche negli ultimi decenni per quanto riguarda le calamità correlate alle condizioni meteorologiche e al clima. Questi tipi di calamità includono, per esempio, siccità, temperature estreme, tempeste, precipitazioni intense e inondazioni. Si stima che durante questi due periodi, 1980-1999 e 2000-2019, circa l'87% e il 91% del numero totale di calamità legate a rischi naturali siano determinate dalle condizioni meteorologiche e dal clima. Il numero di persone colpite da questi tipi di calamità è aumentato - da 3,25 miliardi nel 1980-1999 a 4,03 miliardi di persone nel 2000-2019, mentre le perdite economiche hanno raggiunto 2,97 trilioni di dollari nel 2000-2019, rispetto a 1,63 trilioni di dollari1 nel periodo 1980-1999 (CRED e UNDRR, 2020[3]). Queste cifre riflettono principalmente l’incidenza di calamità a rapida insorgenza e su larga scala, mentre i pericoli a insorgenza lenta e le calamità subnazionali, localizzate o su piccola scala non sono generalmente incluse. Di conseguenza, il numero reale di calamità è più alto di quanto riportato.

Si prevede che con il cambiamento climatico, le calamità correlate alle condizioni climatiche e al clima aumenteranno ulteriormente per frequenza e gravità (IPCC, 2012[4]). A causa della sensibilità climatica dell'agricoltura, il settore risente già negativamente di questi fenomeni con danni e distruzione delle infrastrutture agricole, e perdite nella produzione agricola e zootecnica, silvicoltura, pesca e acquacoltura (FAO, 2016[5]). Inoltre, si prevede che i parassiti e le malattie delle piante e degli animali aumenteranno a causa del cambiamento climatico, degli eventi meteorologici estremi e della variabilità stagionale, e stanno già avendo un impatto sul settore, sulla sicurezza alimentare e sui mezzi di sussistenza agricoli (Riquadro 2.1) (FAO, 2005[6]).

Inoltre, la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) si è diffusa a livello globale e ha devastato vite, mezzi di sussistenza ed economie in tutto il mondo. La pandemia di COVID-19 è andata ad aggiungersi a crisi e problemi di diversa natura quali inondazioni, tempeste, terremoti, siccità e locuste del deserto. Alcuni di questi sono collegati o aggravati dagli effetti del cambiamento climatico, il che aumenterà ulteriormente l'esposizione e la vulnerabilità delle persone, delle società e delle economie. La pandemia ha mostrato il contesto di rischio in costane evoluzione, così come la natura sistemica e sovrapposta dei rischi che hanno impatti negativi a cascata su tutti i settori, compresi i sistemi agricoli e alimentari. Da qui, la necessità di approcci preventivi e anticipatori di rischi molteplici e multisettoriali che assicurino l'integrazione della gestione del rischio di catastrofi, clima e crisi per rafforzare la resilienza delle persone, i loro mezzi di sussistenza agricoli e gli ecosistemi da cui dipendono (Khim, 202[8]).

Poiché le calamità legate a rischi naturali sono diventate più frequenti e gravi negli ultimi decenni, questi eventi hanno comportato un aumento delle perdite economiche in tutto il mondo. Per esempio, per la prima volta a livello globale, le perdite economiche annuali derivanti dalle calamità hanno oltrepassato 100 miliardi di dollari nei tre anni consecutivi dal 2010-2012, e hanno superato di gran lunga gli aiuti umanitari. Mentre le perdite economiche assolute sono più alte nei Paesi sviluppati, gli impatti delle calamità legate a rischi naturali sui Paesi in via di sviluppo sono più significative. Per esempio, i costi del terremoto di magnitudo 9,0 che ha colpito il Giappone orientale del 2011 sono stati tra i più alti della storia per un importo pari a circa 200 miliardi di dollari, equivalente al 3% del prodotto interno lordo (PIL) giapponese, mentre i costi del terremoto ad Haiti nel 2010 ammontarono a 14 miliardi di dollari, equivalenti al 160% del PIL del Paese. Inoltre, sebbene le calamità colpiscano tutti, a risentirne maggiormente sono le persone vulnerabili che hanno meno strumenti per affrontare e riprendersi dai loro impatti, a causa della mancanza di risorse o del limitato accesso e controllo delle stesse (Oxfam International, 2013[9]; UNISDR, 2013[10]).

Le calamità legate a rischi naturali sono una delle principali cause di insicurezza alimentare (FAO, IFAD, UNICEF, WFP e OMS, 2018[11]). L'impatto di queste calamità va oltre il settore economico: distruggono il cibo e la capacità delle persone di produrre gli alimenti, avervi accesso e consumarli, e questo influisce su tutte le quattro dimensioni della sicurezza alimentare attraverso la riduzione della disponibilità di cibo; limitando l'accesso fisico e socio-economico al cibo; influenzando l'utilizzo del cibo, ovvero la capacità del corpo di assorbire i nutrienti nel cibo che viene consumato; inoltre, le calamità minano la stabilità alimentare dato che l'accesso, la disponibilità e l'utilizzo del cibo sono interrotti (FAO, 2008[12]).

Secondo lo studio della FAO (2021[2]),2 il settore agricolo ha assorbito tra il 2008 e il 2018 il 26% degli impatti complessivi causati da calamità di media e grande portata nei Paesi meno sviluppati (LDC) e nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC). Durante questo periodo, circa 108,5 miliardi di dollari sono stati persi solo a causa del calo della produzione agricola e zootecnica nei Paesi meno sviluppati e nei Paesi a basso e medio reddito a causa delle calamità (Figura 2.1). In tutti i gruppi di reddito invece, compresi i Paesi a reddito medio-alto (UMIC) e i Paesi ad alto reddito (HIC), la perdita nella produzione agricola e zootecnica è ammontata a 280 miliardi di dollari.

Lo studio della FAO (2021[2]) ha anche rivelato che se la perdita di produzione agricola e zootecnica nei LDC e LMIC è convertita in valori nutrizionali, si perde un totale di 6,9 trilioni di chilocalorie all'anno, che equivale all'apporto calorico annuale di 7 milioni di adulti. Queste cifre si scompongono in una perdita di 559 calorie pro capite al giorno durante questo decennio, vale a dire il 20% della dose giornaliera raccomandata (RDA) in Africa, il 40% della RDA (o 975 calorie pro capite al giorno) in America Latina e nei Caraibi, e l'11% della RDA (o 283 calorie pro capite al giorno) in Asia.

Inoltre, queste calamità legate a rischi naturali possono perturbare gravemente le supply chain globali, influenzando così l'accesso al mercato, il commercio, l'approvvigionamento alimentare e l'accesso, che a loro volta possono ridurre i redditi, esaurire i risparmi ed erodere i mezzi di sussistenza. Inoltre, le calamità possono avere un impatto sostanziale sulle supply chain, anche quando una calamità si verifica in un'altra parte del mondo. Poiché le supply chain sono sempre più globali, connesse e collegate, sono sempre più esposte ai rischi di calamità (UNISDR, 2013[10]). Inoltre, anche l'effetto delle calamità sui prezzi dei prodotti alimentari può essere significativo. Per esempio, il continuo aumento dei prezzi delle materie prime agricole tra il 2002 e il 2011 ha fatto sì che il valore dell'indice dei prezzi alimentari della FAO sia più che raddoppiato. Questo è stato il risultato di vari fattori, tra cui le politiche sui biocarburanti, le restrizioni alle esportazioni, le speculazioni, i bassi livelli di riserve alimentari il verificarsi di diverse calamità come le tre siccità in Australia dal 2001 al 2007 e un'ondata di calore durante l'estate del 2010 in Asia centrale (FAO, 2009[13]; Caldecott, Howarth e McSharry, 2013[14]).

Secondo EM-DAT, la banca dati internazionale delle calamità, a livello globale le inondazioni si sono verificate più frequentemente durante il periodo 2000-2019 (44% delle calamità legate a rischi naturali), seguite da tempeste (28%), terremoti (8%), temperature estreme (6%), frane e siccità (5%). In termini di impatto di queste calamità sulla popolazione, le inondazioni hanno colpito il maggior numero di persone (41% del totale delle persone colpite), seguite da siccità (35%), tempeste (18%) e terremoti (3%) (CRED e UNDRR, 2020[3]).

Attualmente, non esiste uno studio globale dell'impatto sull’agricoltura dei diversi tipi di calamità. Tuttavia, secondo lo studio della FAO (2021[2]) che ha valutato l'impatto delle calamità nei LDC e nei LMIC tra il 2008 e il 2018, i sette principali tipi di calamità che hanno avuto ripercussioni sui sistemi di produzione agricola sono stati la siccità, seguita da inondazioni, tempeste, terremoti/ frane/smottamenti, parassiti/malattie delle piante e degli animali, temperature estreme e incendi (Figura 2.2).

La siccità è la principale causa di perdite di produzione agricola.3 Oltre il 34% delle perdite di produzione agricola e zootecnica nei LDC e nei LMIC è dovuto alla siccità, costata al settore complessivamente 37 miliardi di dollari tra il 2008 e il 2018. L'agricoltura è quindi il settore più colpito dalla siccità e ha assorbito l'82% di tutti effetti della siccità, rispetto al 18% di tutti gli altri settori durante il periodo preso in analisi (FAO, 2021[2]).

Gli impatti sull’agricoltura delle calamità legate a rischi naturali – ivi compresi il tipo e la portata delle calamità legate a rischi naturali - variano da regione a regione. Durante il periodo 2008-2018, la siccità ha causato le maggiori perdite di produzione agricola e zootecnica in Africa (oltre 14 miliardi di dollari), seguite dalle perdite dovute a parassiti e malattie delle piante e degli animali (6,5 miliardi di dollari). Complessivamente, l'effetto della siccità sull'agricoltura è stato anche il maggiore nella regione dell'America Latina e dei Caraibi (13 miliardi di dollari di perdita di produzione agricola e zootecnica), seguito da quello delle tempeste (6 miliardi di dollari). Per contro, in Asia le calamità di natura geofisica hanno causato le maggiori perdite (11,4 miliardi di dollari), seguite a poca distanza da inondazioni (11 miliardi di dollari) e tempeste (10 miliardi di dollari) (Figura 2.3).

Le stime dei costi economici delle calamità legate a rischi naturali forniscono un'idea della potenziale entità degli effetti in alcuni Paesi sviluppati, come:

  • In Australia, le perdite complessive subite dall’agricoltura derivanti dagli incendi boschivi nel 2009 sono state stimate in 733 milioni di AUD. Le perdite cumulative derivanti da inondazioni e da un ciclone nel 2011 sono state stimate in 1,4 miliardi di AUD (Productivity Commission, 2014[15]).

  • Negli Stati Uniti, si stima che una grave siccità nel 2012 abbia causato circa 40 miliardi di dollari di perdite in agricoltura nella zootecnia (WEF, 2014[16]), mentre la siccità del 2014 ha causato perdite dirette per circa 1,5 miliardi di dollari e perdite economiche complessive per 2,2 miliardi di dollari (Munich Re, 2015[17]), 2015[17]). Si stima che, in media, negli ultimi 110 anni, il 10-20% del Paese sia esposto ogni anno a siccità moderata o estrema (Wilhite, Svoboda e Hayes, 2005[18]).

  • In Europa, le calamità legate a rischi naturali hanno provocato perdite economiche per 550 milioni di dollari tra il 1980 e il 2019 e circa l'81% delle perdite complessive è stato causato da eventi estremi legati al clima e alle condizioni meteorologiche (AEA, 2020[19]). A causa della tendenza al riscaldamento negli ultimi quattro decenni, la regione ha visto siccità più frequenti che hanno avuto un impatto sostanziale sul settore agricolo. La siccità che si è verificata da aprile a novembre del 2018 è stata definita dal governo tedesco una crisi di dimensioni nazionali in quanto i prezzi di alcune verdure sono aumentati del 30% (DW, 2020[20]; Reuters, 2020[21]).

Anche i costi che le autorità nazionali devono sostenere per soccorrere i produttori agricoli a seguito di calamità possono essere ingenti. Per esempio, durante il periodo 2000-2019 la Cina e gli Stati Uniti hanno rispettivamente erogato in media 1,7 miliardi di dollari e 1,6 miliardi di dollari l’anno, mentre gli Stati membri dell'UE in media 1,2 miliardi di dollari l’anno (OCSE, 2020[22]).

A causa della crescente frequenza e intensità delle calamità legate a rischi naturali - e in particolare degli eventi legati al clima - che si ripercuotono sull'agricoltura e sulla sicurezza alimentare, è fondamentale che la portata e le cause degli effetti degli eventi calamitosi siano comprese e quantificate meglio. Questo aiuterà a valutare i benefici degli investimenti per la riduzione del rischio di catastrofi compiuti dagli agricoltori e gli investimenti pubblici e privati nel settore. Quindi, una solida base di dati sugli effetti delle calamità sull'agricoltura e sulla sicurezza alimentare può contribuire a elaborare efficaci politiche di resilienza ad hoc, ispirare interventi economicamente vantaggiosi per la riduzione/gestione del rischio di catastrofi e monitorare i progressi in direzione degli obiettivi prefissati nei relativi quadri di riferimento internazionali, tra cui il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, l'Accordo di Parigi e l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile con i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

I termini chiave della gestione del rischio di catastrofi sono definiti nel Riquadro 2.1.

La sezione seguente delinea gli elementi chiave della gestione del rischio di catastrofi e fornisce esempi di azioni legate all'agricoltura per ciascuno di essi.

Per ridurre il rischio di catastrofi e accrescere la resilienza alle calamità, è importante mettere in atto misure di gestione del rischio di catastrofi (DRM). Il quadro di gestione del rischio di catastrofi considera la DRM come un continuum; quindi, un processo continuo di azioni interconnesse, che vengono avviate prima, durante e dopo il verificarsi di eventi calamitosi. L'obiettivo delle azioni di DRM è quello di rafforzare le capacità e la resilienza delle persone e delle comunità per proteggere le loro vite e i loro mezzi di sussistenza attraverso l’introduzione di misure atte a evitare la creazione di nuovi rischi (prevenzione), ridurre i rischi esistenti e mitigarne gli effetti (riduzione/mitigazione del rischio) e sviluppare capacità per essere meglio preparati alla risposta e alla ripresa (preparazione), compresa l'integrazione di attività per “ricostruire meglio” allo scopo di affrontare le cause all’origine delle vulnerabilità e dei rischi.

In questa sezione, saranno descritti i seguenti elementi chiave del quadro di riferimento per la gestione del rischio di catastrofi in agricoltura:

  • Governance del rischio di catastrofi

  • Identificazione, valutazione e consapevolezza del rischio

  • Prevenzione e mitigazione

  • Preparazione alla risposta e alla ripresa

  • Risposta alle emergenze

  • Ripresa, risanamento e ricostruzione

Questi elementi chiave del quadro di riferimento DRM corrispondono direttamente alle quattro priorità d'azione del Sendai Framework for Disaster Risk Reduction (SFDRR) 2015-2030, che si concentra in particolare sulla notevole riduzione dei rischi di catastrofi. L'attuazione di misure per la riduzione del rischio di catastrofi è fondamentale per garantire che i potenziali eventi pericolosi non si trasformino in calamità.

La governance del rischio di catastrofi è definita come "il sistema di istituzioni, meccanismi, quadri politici e legali e altri accordi per guidare, coordinare e supervisionare la riduzione del rischio di catastrofi e le aree politiche correlate" (UNDRR, 2021[23]). La governance per la DRM in agricoltura comprende l'integrazione della riduzione/gestione del rischio di catastrofi (DRR/M) nelle leggi, nelle politiche, nei piani e nelle strategie di settore e allo stesso modo le leggi, le politiche, i piani e le strategie nazionali e locali in materia di DRR/M devono essere di natura intersettoriale e dare la priorità all'agricoltura come uno dei settori in cui attuare gli interventi di DRR/M. Richiede anche l'allineamento e il coordinamento tra diversi piani, politiche e strategie per i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare, la protezione sociale e lo sviluppo, ed è necessario inoltre garantire che i nuclei agricoli vulnerabili abbiano accesso a progetti e programmi volti a ridurne le vulnerabilità e i rischi, contribuendo a garantire la loro sicurezza alimentare e nutrizionale e mezzi di sussistenza sostenibili (FAO, 2008[24]; Koloffon e VonLoeben, 2019[25]).

Inoltre, la governance per la DRM in agricoltura richiede una visione chiara, competenze, orientamento e coordinamento all'interno del settore e tra gli altri settori correlati - come l'acqua e l'energia - nonché la partecipazione di tutti i portatori di interesse. Richiede che i ruoli e le responsabilità delle istituzioni siano delineati nelle leggi e nelle politiche settoriali e per la DRR/M, in modo che i loro mandati non siano disattesi e che siano tracciate chiare sinergie tra i vari portatori di interesse del settore agricolo. Inoltre, la creazione di meccanismi di coordinamento orizzontale e verticale (tra i vari livelli di governance - da quello nazionale a quello locale e viceversa), così come le interconnessioni istituzionali all'interno e tra le agenzie di settore, sono importanti per realizzare la DRM in modo sistematico e coerente. Questi meccanismi di coordinamento e i collegamenti interistituzionali sono fondamentali, tra l’altro, anche per garantire un'adeguata canalizzazione delle risorse e delle informazioni (FAO, 2008[24]; Koloffon e VonLoeben, 2019[25]).

Ad esempio, la governance del rischio di catastrofi può essere rafforzata concentrandosi sull’elaborazione di quadri giuridici e politici e di altri accordi che consentano alle istituzioni e agli altri soggetti interessati di svolgere le loro funzioni in modo efficace ed efficiente per realizzare la DRR/M. A tale proposito, è importante cogliere le opportunità di cooperazione e collaborazione, evitare la duplicazione degli sforzi per realizzare azioni sensibili al rischio in tutti i settori e a tutti i livelli (FAO, 2008[24]).

La conoscenza dei rischi di catastrofi, che includa le cause del rischio e i fattori di rischio sottostanti, è molto importante per comprendere meglio i rischi, le vulnerabilità e le capacità di risposta delle comunità agricole esposte, nonché per indirizzare politiche, strategie e piani per l'attuazione di specifici interventi di DRR/M (UNISDR, 2017[26]). L'identificazione del rischio per il settore agricolo presuppone la realizzazione di valutazioni dei molteplici pericoli, delle vulnerabilità e dei rischi per determinare la natura e la portata del rischio analizzando i potenziali pericoli, la loro ubicazione, intensità, frequenza e probabilità, nonché la valutazione delle condizioni esistenti di esposizione e vulnerabilità, comprese le dimensioni fisiche, socioeconomiche e ambientali, e valutare l'efficacia delle capacità di risposta esistenti e alternative all'interno di potenziali scenari di rischio (UNISDR, 2009[27]). Per identificare e monitorare i pericoli e i rischi, i dati e i sistemi di informazione per la DRM devono essere stati realizzati, essere disponibili e accessibili. Questo include profili multirischio e di vulnerabilità e mappe specifiche del settore in cui i rischi, le vulnerabilità e l'esposizione delle comunità agricole e del settore sono identificati e ordinati per priorità al fine di ispirare e migliorare le capacità decisionali e progettuali per il settore agricolo (FAO, 2008[24]).

Un altro elemento importante per comprendere i rischi e ridurre le vulnerabilità di fondo del settore agricolo è la condivisione delle conoscenze e la sensibilizzazione. Queste attività informano proattivamente i produttori agricoli e le loro comunità su come ridurre le vulnerabilità esistenti e su come prevenire o mitigare i rischi attuali e futuri (FAO, 2008[24]). Ciò include una maggiore sensibilizzazione degli agricoltori e delle loro comunità attraverso eventi informativi, campagne e attività formative volti a migliorare la pianificazione della riduzione del rischio di catastrofi nell’ambito dello sviluppo delle capacità istituzionali. Ciò include l'istruzione e la formazione per dimostrare, convalidare e replicare le buone pratiche e le tecnologie agricole utili per ridurre le vulnerabilità e che contribuiscono a mitigare le ripercussioni sull’agricoltura delle calamità legate a rischi naturali. Un altro esempio è l'uso di previsioni meteo e avvisi stagionali per aiutare gli agricoltori a prendere le decisioni opportune, come l'adeguamento delle loro pratiche di coltivazione o la selezione di varietà più resistenti alla siccità, al fine di garantire la loro sicurezza alimentare e il loro reddito (FAO, 2013 [28]).

Le attività di prevenzione e mitigazione hanno lo scopo di evitare e diminuire o ridurre al minimo le ripercussioni di un evento pericoloso, e quindi di ridurre i rischi (UNDRR, 2021[23]). Le misure di riduzione della vulnerabilità per il settore agricolo includono, per esempio, l'implementazione di buone pratiche e tecnologie agricole a livello di azienda come l'uso di varietà di colture, bestiame e alberi che sono più resistenti alle inondazioni, alla siccità o alle condizioni saline; l'uso di pratiche di conservazione del suolo e dell'acqua, come l'agricoltura di conservazione; la pacciamatura; la vaccinazione del bestiame contro determinate malattie animali; la conservazione del foraggio; lo stoccaggio (comunitario) delle sementi; i rifugi per il bestiame; l'agroforestazione; così come la diversificazione delle fonti di reddito degli agricoltori attraverso la diversificazione dei mezzi di sussistenza. Queste strategie possono contribuire a diminuire la vulnerabilità alla mancata produzione a causa delle ripercussioni delle calamità legate a rischi naturali (FAO, 2013[28]).

Inoltre, l'implementazione di meccanismi di trasferimento del rischio in grado di rispondere a eventi estremi, tra cui, per esempio, regimi di previdenza sociale e assicurazioni contro i rischi, può aiutare a ridurre le vulnerabilità delle persone e l'esposizione alle conseguenza economiche, così come i rischi sottostanti l'insicurezza alimentare (Glauber et al., 2021[29]). I regimi di previdenza sociale che tengono conto dei rischi possono fornire un sostegno in denaro o in natura (cioè cibo o beni agricoli), in modo condizionato o incondizionato, che può contribuire a migliorare il benessere e i mezzi di sussistenza degli agricoltori riducendo i vincoli di cassa, risparmio e liquidità. Questi regimi possono quindi proteggere beni e mezzi di sussistenza per aiutare a gestire meglio i rischi. Inoltre, possono aiutare le organizzazioni di produttori o le cooperative di agricoltori a gestire fondi di emergenza, piani di risparmio e di prestito, nonché programmi di condivisione del rischio (ad esempio, riserve di cereali, sistemi di ricevute di magazzino e fondi di credito rotativo). Per contro l'assicurazione, come l'assicurazione sul raccolto e l'assicurazione basata sull'indice meteorologico, può contribuire a distribuire il rischio di perdita di reddito per gli agricoltori ed evitare che gli agricoltori debbano vendere i loro beni (ad esempio, raccolti, bestiame) come strategia per superare gli effetti negativi di un evento calamitoso (FAO, 2013[28]).

L'aumento del rischio di catastrofi implica la necessità di rafforzare le capacità di preparazione proattiva alle calamità per una risposta e una ripresa a tutti i livelli. La preparazione alla risposta e alla ripresa si concentra sulle conoscenze e le capacità di prevedere efficacemente, monitorare ed essere preparati a rispondere e riprendersi dagli impatti delle calamità; inoltre aiuta a garantire transizioni armoniose dalla risposta alle calamità a un recupero duraturo e resiliente. Implica anche una solida comprensione dei rischi di catastrofi e solidi collegamenti con i sistemi di allerta precoce, singoli o multipli, al fine di migliorare la capacità di prevedere, monitorare e agire tempestivamente e rapidamente quando necessario. L'implementazione di misure di preparazione adeguate e informate sui rischi di calamità prima che si verifichi una calamità include il rafforzamento delle capacità di risposta degli individui, delle comunità e delle organizzazioni interessate, e può contribuire a rendere le azioni di risposta più efficaci, efficienti e tempestive; quindi, può salvare vite e mezzi di sussistenza (UNISDR, 2008[30]).

Esempi di attività di preparazione nel settore agricolo includono la pianificazione della preparazione a livello nazionale e locale, piani di emergenza specifici, esercitazioni e simulazioni, costituzione di scorte di attrezzature e materiali, creazione di meccanismi di coordinamento per l'evacuazione, valutazione rapida del rischio, divulgazione di informazioni al pubblico (UNISDR, 2009[27]; FAO, 2013[28]). Include anche il monitoraggio regolare e il miglioramento delle capacità previsionali - cioè la previsione del momento e della probabilità che un pericolo si verifichi - legato alla diffusione allerte precoci tempestivi, affidabili e accurati su uno o più rischi per consentire agli agricoltori, alle loro comunità e agli altri portatori di interesse di prendere decisioni informate sui rischi e di attuare azioni tempestive che contribuiscano a proteggere beni e immobili correlati all'agricoltura, così come le infrastrutture fondamentali a livello aziendale e comunitario. Queste azioni anticipatrici possono includere la preassegnazione del contributo dei vari soggetti e lo spostamento di materiali, persone o bestiame (FAO, 2013[28]; UNISDR, 2009[27]).

La risposta all'emergenza si riferisce agli interventi intrapresi immediatamente dopo un evento calamitoso al fine di salvare vite umane e mezzi di sussistenza, nonché di garantire la sicurezza pubblica. Si concentra sul fornire interventi di soccorso per aiutare a soddisfare le esigenze elementari di sussistenza delle persone colpite e salvaguardare i loro beni il più rapidamente possibile (UNDRR, 2021[23]). Pur essendo evidente la distinzione tra le fasi di preparazione e di risposta all'emergenza, quella tra le fasi di risposta e di ripresa talvolta può non essere così netta, poiché alcuni interventi di risposta emergenziale, come la fornitura di alloggi temporanei e di acqua, possono estendersi anche alla fase di ripresa (UNISDR, 2009[27]).

Le azioni specifiche di risposta emergenziale in agricoltura includono la fornitura, tra le altre risorse, di cibo, semi, fertilizzanti, foraggio, attrezzature per la pesca e attrezzi agricoli, al fine di salvaguardare chi dipende dall’agricoltura per il proprio sostentamento dopo l'impatto di una calamità. Possono anche sostenere la ricostituzione della produzione alimentare locale attraverso l'erogazione di formazione alle persone che si occupano della salute animale nella comunità per salvare il bestiame, nonché gli sforzi per migliorare le conoscenze e le competenze degli agricoltori relativamente alle tecniche di conservazione dell'acqua per contribuire a porre le basi per la ripresa agricola (FAO, 2007[31]).

La ripresa implica il ripristino e la ricostruzione delle attività fisiche, economiche, sociali e ambientali, dei sistemi e delle attività di una comunità o società che è stata colpita da una calamità e che permette la ricostituzione e la ricostruzione dei mezzi di sussistenza delle persone. Il ripristino comprende la ricostituzione dei servizi e delle strutture di base per il pieno funzionamento di una comunità o di una società colpita da un disastro, mentre la ricostruzione si concentra specificamente sulla ricostruzione a medio e lungo termine e sul ripristino sostenibile di infrastrutture, servizi, abitazioni e strutture critiche resilienti (UNISDR, 2009[27]).

L'obiettivo generale dell'attuazione di misure di ripresa, ripristino e ricostruzione in agricoltura, anche attraverso l'applicazione del principio “ricostruire meglio”, è quello di ricostruire mezzi di sussistenza agricoli più resilienti e ridurre il rischio di calamità future affrontando le cause all’origine delle vulnerabilità. Ciò include misure post-calamità orientate più a lungo termine, come il ripristino o la ricostruzione di infrastrutture agricole resistenti ai rischi, come sistemi di drenaggio e irrigazione, strutture di stoccaggio delle sementi e rifugi per animali, nonché sforzi per proteggere la salute degli animali sopravvissuti attraverso la vaccinazione nonché, tra l’altro, l’utilizzo di varietà di colture più resistenti alla siccità e/o tolleranti alle inondazioni (ADB, 2012[32]; FAO, 2013[28]).

Riferimenti bibliografici

[32] ADB (2012), Guidelines for Climate Proofing Investment in Agriculture, Rural Development and Food Security (Linee guida per gli investimenti a prova di clima in agricoltura, sviluppo rurale e sicurezza alimentare), https://www.mandaluyong.gov.ph/, Philippines: Asian Development Bank. (Filippine: Asian Development Bank) https://www.adb.org/sites/default/files/institutional-document/33720/files/guidelines-climate-proofing-investment.pdf.

[14] Caldecott, B., L. Howarth e P. McSharry (2013), Stranded Assets in Agriculture: Protecting Value from Environmental Risks (Attivo non recuperabile in agricoltura: Proteggere il valore dai rischi ambientali), Oxford University, Oxford.

[3] CRED e UNDRR (2020), The Human Costs of Disasters: An Overview of the Last 20 Years (2000-2019) (I costi umani dovuti alle calamità: Una panoramica degli ultimi 20 anni (2000-2019)), https://www.preventionweb.net/publications/view/74124.

[1] CRED e UNDRR (2016), Poverty and Death: Disaster Mortality 1996-2015 (Povertà e morte: Mortalità da calamità 1996-2015), https://www.preventionweb.net/files/50589_creddisastermortalityallfinalpdf.pdf.

[20] DW (2020), Germany Heading Toward Drought Amid Coronavirus Crisis: Forecaster (La Germania si dirige verso la siccità in piena crisi dovuta al Coronavirus: Previsioni), https://www.dw.com/en/germany-heading-toward-drought-amid-coronavirus-crisis-forecaster/a-53242600#:~:text=Major%20crop%20failures%20occurred%20in,saw%20the%20price%20of%20some (consultazione: 13 settembre 2020).

[19] AEA (2020), Indicator Assessment. Economic Losses from Climate-Related Extremes in Europe (Valutazione degli indicatori. Perdite economiche dovute agli eventi estremi legati al clima in Europa), https://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/direct-losses-from-weather-disasters-4/assessment (consultazione: 8 aprile 2021).

[2] FAO (2021), The Impact of Disasters and Crises on Agriculture and Food Security (L'impatto delle calamità e delle crisi sull'agricoltura e la sicurezza alimentare) 2021, FAO, Roma, http://www.fao.org/3/cb3673en/cb3673en.pdf.

[7] FAO (2020), Preventing, Anticipating and Responding to High-Impact Animal and Plant Diseases and Pests. Executive Summary. (Prevenire, anticipare e rispondere alle malattie e ai parassiti animali e vegetali ad alto impatto. Sintesi.) Comitato per l'agricoltura. Ventisettesima sessione, 28 settembre – 2 Ottobre 2020, FAO, Roma, http://www.fao.org/3/nd391en/nd391en.pdf.

[5] FAO (2016), Damage and Losses from Climate-Related Disasters in Agricultural Sectors (Danni e perdite da calamità legate al clima nei settori agricoli), FAO, Roma, http://www.fao.org/3/i6486e/i6486e.pdf.

[28] FAO (2013), Resilient Livelihoods: Disaster Risk Reduction for Food and Nutrition Security (Mezzi di sussistenza resilienti: Riduzione del rischio di catastrofi per la sicurezza alimentare e nutrizionale), FAO, Roma, http://www.fao.org/3/a-i3270e.pdf.

[13] FAO (2009), Food Outlook Global Market Analysis. (Prospettive dell’alimentazione — Analisi dei mercati mondiali), dicembre 2009, FAO, Roma, http://www.fao.org/3/ak341e/ak341e00.htm.

[12] FAO (2008), An Introduction to the Basic Concepts of Food Security (Un'introduzione ai concetti di base della sicurezza alimentare), FAO, Roma, http://www.fao.org/3/al936e/al936e.pdf.

[24] FAO (2008), Disaster Risk Management Systems Analysis: A Guide Book (Analisi dei sistemi di gestione del rischio di catastrofi: Libro guida), FAO, Roma, http://www.fao.org/3/i0304e/i0304e.pdf.

[31] FAO (2007), FAO’s Role and Effectiveness in Emergencies (Il ruolo della FAO e la sua efficacia negli interventi di emergenza), FAO, Roma, http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/emergencies/docs/FAO_Emergencies_Handbook_Sept07.pdf.

[6] FAO (2005), Background Document: Special Event on Impact of Climate Change, Pests and Diseases on Food Security and Poverty Reduction (Documento di riferimento: Evento speciale sull'impatto del cambiamento climatico, di parassiti e malattie sulla sicurezza alimentare e la riduzione della povertà). 31a sessione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, 23-26 maggio 2005, FAO, Roma, http://www.fao.org/newsroom/common/ecg/102623/en/Climate_Change_Background_EN.pdf.

[11] FAO, IFAD, UNICEF, WFP, e OMS (2018), The State of Food Security and Nutrition in the World. Building Climate Resilience for Food Security and Nutrition (Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo. Rafforzare la resilienza climatica per la sicurezza alimentare e la nutrizione), FAO, Roma, http://www.fao.org/3/I9553EN/i9553en.pdf.

[29] Glauber, J. et al. (2021), “Design principles for agricultural risk management policies” (Principi di elaborazione delle politiche di gestione del rischio in agricoltura), OECD Food, Agriculture and Fisheries Papers, n. 157, OECD Publishing, Parigi, https://dx.doi.org/10.1787/1048819f-en.

[4] IPCC (2012), Managing the Risks of Extreme Events and Disasters to Advance Climate Change Adaptation (Gestire i rischi di eventi estremi e calamità per promuovere l'adattamento al cambiamento climatico), Cambridge University Press, https://www.ipcc.ch/site/assets/uplo- ads/2018/03/SREX_Full_Report-1.pdf.

[8] Khim, W. (202), Disaster Risk Reduction in Times of COVID-19: What Have we Learned? (Riduzione del rischio di catastrofi in epoca COVID-19: Cosa abbiamo imparato?), FAO, Roma, https://doi.org/10.4060/cb0748en.

[25] Koloffon, R. e S. VonLoeben (2019), Disaster Risk Reduction and Agriculture Sector Interrelated Planning Processes. Lessons Learnt. (Processi di pianificazione correlati alla riduzione del rischio di catastrofi e al settore agricolo. Lezioni Apprese). Documento di contributo al GAR 2019, https://www.preventionweb.net/files/66301_f340koloffondisasterriskreductionan.pdf.

[17] Munich Re (2015), Record Drought in California (Siccità record in California), http://, https://www.munichre.com/site/touch-publications/get/documents_E1018449711/mr/assetpool.shared/Documents/5_Touch/_Publications/302-08606_en.pdf (consultazione: 3 maggio 2021).

[22] OCSE (2020), “Agricultural support estimates (Edition 2020)” (Stime del sostegno all'agricoltura (edizione 2020)), Statistiche agricole dell’OCSE (banca dati), https://dx.doi.org/10.1787/466c3b98-en (consultazione: 3 maggio 2021).

[9] Oxfam International (2013), How Disasters Disrupt Development. Recommendations for the post-2015 Development Framework (In che modo i disastri naturali interrompono lo sviluppo. Raccomandazioni per un quadro di riferimento per lo sviluppo post 2015), https://oi-files-d8-prod.s3.eu-west-2.amazonaws.com/s3fs-public/file_attachments/ib-disasters-disrupt-development-post2015-111213-en_0.pdf.

[15] Productivity Commission (2014), Natural Disaster Funding Arrangements (Disposizioni per i finanziamenti in caso di calamità naturali), Inquiry Report n. 7, Canberra, https://www.pc.gov.au/inquiries/completed/disaster-funding/report.

[21] Reuters (2020), Germany Concerned at Possibility of Third Straight Drought Year (Germania preoccupata per la possibilità di un terzo anno consecutivo di siccità), https://www.reuters.com/article/us-germany-harvest-drought/germany-concerned-at-possibility-of-third-straight-drought-year-idUSKCN2241NZ (consultazione: 13 settembre 2020).

[23] UNDRR (2021), Terminology (Terminologia), https://www.undrr.org/terminology (consultazione: 15 marzo 2021).

[26] UNISDR (2017), National Disaster Risk Assessment. Governance System, Methodologies, and Use of Results. Words into Action Guidelines. (Valutazione nazionale del rischio di catastrofi. Sistema di governance, metodologie e utilizzo dei risultati. Linee guida per trasformare le parole in azione.), https://www.unisdr.org/files/52828_nationaldisasterriskassessmentwiagu.pdf.

[10] UNISDR (2013), Towards the Post-2015 Framework for Disaster Risk Reduction. Tackling Future Risks, Economic Losses and Exposure (Verso il quadro per la riduzione del rischio di catastrofi post 2015. Affrontare i rischi futuri, l'esposizione e le perdite economiche), https://www.preventionweb.net/files/35713_tacklingfuturerisk.pdf.

[27] UNISDR (2009), Terminology on Disaster Risk Reduction (Terminologia della riduzione del rischio di catastrofi), https://www.unisdr.org/files/7817_UNISDRTerminologyEnglish.pdf.

[30] UNISDR (2008), Disaster Preparedness for Effective Response. Guidance and Indicator Package for Implementing Priority Five of the Hyogo Framework (Preparazione alle calamità per una risposta efficace. Guida e pacchetto di indicatori per l'attuazione della quinta priorità dello Hyogo Framework), https://www.unisdr.org/files/2909_Disasterpreparednessforeffectiveresponse.pdf.

[16] FEM (2014), The Global Risks Report 2014: Insight Report (Il rapporto sui rischi globali 2014: Rapporto d’approfondimento), Forum economico mondiale, Ginevra, http://www.weforum.org/risks.

[18] Wilhite, D., M. Svoboda e M. Hayes (2005), “Monitoring Drought in the United States: Status and Trends” (Monitoraggio della siccità negli Stati Uniti: stato e tendenze), V.K. Boker, A.P. Cracknell, R.L. Heathcoe (a cura di), Monitoring and Predicting Agricultural Drought - A Global Study (Monitoraggio e previsione della siccità agricola - Uno studio globale), Oxford University Press.

Note

← 1. Queste cifre sono adeguate all’inflazione del dollaro americano al 2019.

← 2. Il rapporto ha analizzato gli impatti di 457 eventi calamitosi in 109 Paesi, ivi compresi per la prima volta i Paesi a reddito medio-alto (UMIC) e i Paesi ad alto reddito (HIC). Tra il 2008 e il 2018, dei 109 Paesi che hanno registrato perdite subite dall’agricoltura a causa di calamità, l'86% di questi erano LDC e LMIC, e l'85% delle calamità si è verificato in LDC e LMIC.

← 3. Essendo un fenomeno che insorge lentamente e tenuto conto della mancanza di danni fisici visibili, dei confini temporali sfumati e dell'ampia copertura geografica, è difficile valutare le esatte ripercussioni della siccità. Di conseguenza, spesso mancano gli elementi fattuali. Pertanto, le ripercussioni di una simile calamità, in termini di danni e perdite subiti dall’agricoltura, sono spesso sottovalutate.

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